mercoledì 9 novembre 2011

Ciliegie d'autunno, la frutta di martorana



C'era una volta una bambina che non aveva paura della morte.
La morte aveva il volto benevolo di una pupa di zucchero
i colori audaci della frutta di martorana
il sapore dolce dei melagrani
la scioglievolezza della glassa dei taralli
la frenesia della ricerca dei doni nascosti in casa.

La festa dei morti arrivava ogni anno al volgere dell'autunno
in quel tempo in cui il clima impazzito non ci aveva portato via del tutto le stagioni di mezzo e i colori del passaggio erano ancora forti e distinti.
Giocavo a far scriocchiolare le foglie arancio danzanzo leggera con le mie nuove scarpe, rigorosamente ballerine-nere-di vernice.
Passavo la notte precedente l'arrivo della festa a giocare con mia sorella,
si poteva anche fare più tardi, il giorno dopo non c'era scuola.
Non si vedeva in giro per casa traccia di doni,
nessun cesto di dolci, andavo a letto senza che alcuna leggenda popolare
mi avesse terrorizzata, non aspettavo, con il cuore che batteva a mille, nessun morto dispettoso che venisse a solleticarmi i piedi.
Non credo che mia madre non conoscesse queste credenze forse, semplicemente, non le sembrava opportuno raccontarle a due bambine.
Eppure provo ad immaginare i brividi e l'ansia che avrei provato ad ogni scricchiolare di muro se le avessi conosciute...

Così la mattina arrivava senza che io avessi dovuto intonare orazioni
per l'anima dei cari estinti per convincerli della bontà del mio cuore e di quanto meritassi gli agognati doni. Dei doni, invece si faceva ricerca in tutta la casa, e ogni anno il nascondiglio era nuovo, altro che cercare nell'armadio come l'anno passato! Bambole e dolciumi, abiti nuovi e scarpette, era una gioia per i bimbi, i morti erano arrivati. Senza paura, beata incoscienza.





Frutta di martorana

Ingredienti

Kg 1 farina di mandorle
Kg 1 zucchero a velo
g 150 glucosio
g 110 acqua
n° 2-4 fiale di aroma mandorle
n° 1 bustina di vanillina
colori alimentari
alcool per alimenti
vernice alimentare a base di gommalacca alimentare

Miscelare in una scodella la farina di mandorle, lo zucchero a velo, il glucosio,
la vanillina e l’aroma di mandorle.
Versare l’acqua sulla miscela ottenuta e impastare per pochi minuti, dapprima
con un cucchiaio e poi con le mani. Non impastare per molto
tempo perché si otterrebbe un impasto oleoso e non più utilizzabile.
Passare le mani nell’amido per dolci e formare, con l’impasto ottenuto, delle
sfere di varia dimensione tenendo conto del tipo di stampo che si vuole utilizzare.
E’ importante, in questa fase, passare più volte le mani nell’amido per
ottenere delle sfere ben lisce e non appiccicose.
Spennellare la forma di gesso con l’amido (oppure rivestire la forma con una
pellicola trasparente per uso alimentare), inserire la sfera di pasta di mandorle
nello stampo, pressarla leggermente e quindi estrarla. Togliere con un pennello
le tracce di amido e lasciare riposare per un giorno prima di procedere alla
colorazione.
Per colorare la pasta di mandorle utilizzare i colori alimentari sciogliendoli in una soluzione al 50% di acqua e alcool per alimenti.(In mancanza di alcool si può utilizzare un liquore secco allo stato puro come Gin,Wodka, Whisky, Cognac).
Se si desidera lucidare la frutta di Martorana, dopo aver fatto asciugare i colori
per almeno un giorno, si può passare la vernice a base di gomma lacca, usando un pennello asciutto.



Tradizione vuole che la frutta di martorana venisse preparata dalle monache benedettine del monastero della chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio detta appunto "La Martorana". Si racconta che trovando gli alberi del giardino spogli dei propri frutti queste li avessero addobbati con i frutti a base di farina di mandorle, rendendo così il giardino accogliente e adorno di frutti colorati in occasione della vita del papa dell'epoca.
L'uso, invece, di preparare dolci a base di mandorle e zucchero è più antico e di derivazione araba.

lunedì 31 ottobre 2011

chocolate chip cookies di Maurizio Santin



Sono testarda
ma non sono un tipo paziente
Non mi piace avere torto
ma non sono presuntuosa
voglio fare bene
e voglio andare fino in fondo nelle cose che inizio.

L'altro pomeriggio ho buttato nella spazzatura una torta di mele.
Qualcosa non aveva funzionato, colpa del solito forno? Può darsi
Però che fastidio...
Non potevo restarmene con le mani in mano e così ci riprovo,
con un'altra ricetta però
che già di mele non avevo più voglia
ma di cioccolato e di un buon biscotto fragrante sì...

La ricetta l'ho trovata sul blog di Claudia, Mon Petit Bistrot, che è a mio avviso uno dei più affidabili della rete, non è la prima volta che provo le sue ricette e sono sempre di ottima riuscita. Di Maurizio Santin avevo già provato la torta Tenerella (uno di quei dolci d'estate di cui non ho scritto!), buona ma questi Cookies, lo sono molto di più!
Mi hanno improvvisamente portato indietro di quattro anni, ai miei giorni parigini, in cui questi deliziosi biscotti al burro li mangiavo a tutte le ore: in piena notte di ritorno da giri romantici o alla mattina inzuppati nel latte.

Li ho fatti in due riprese perché rispetto ai tempi di riposo dell'impasto indicati da Claudia io ho avuto bisogno di molto più tempo. Così una parte è andato in cottura poco dopo, l'altra il giorno seguente. Vi consiglio di optare per questa seconda soluzione e di lasciare la frolla a riposo in frigo una notte intera.

Quando li si morde, fragranti e morbidi allo stesso tempo grazie alla dolce rotondità del burro sprigionano un vago sentore di tostato, probabilmente dato dallo zucchero semolato che in cottura caramellizza un po'.





Ingredienti
Riporto la ricetta di Claudia

200 g di burro pomata
200 g di zucchero semolato
370 g di farina 00
250 g di cioccolato fondente
1uovo + 1 tuorlo
5 g di lievito in polvere
2 g di bicarbonato
1 pizzico di sale

Preriscaldare il forno a 180° C.
In una ciotola capiente lavorare con una spatola il burro pomata con lo zucchero e il pizzico si sale fino a ottenere una crema liscia ed omogenea. Aggiungere un uovo intero e un tuorlo e continuare a lavorare per amalgamare il tutto.
Aggiungere la farina setacciata, il lievito e il bicarbonato. Lavorare l’impasto per far assorbire tutta la farina; aggiungere il cioccolato tritato grossolanamente, o le gocce, e mescolare bene per avere una distribuzione regolare.
Coprire con la pellicola da cucina e lasciar riposare in frigorifero 30 minuti*.
Quando il composto sarà indurito, stendere su un piano di lavoro una striscia di pellicola e disporvi sopra metà della pasta ottenuta; modellare con le mani a forma di un lungo cilindro. Chiudere con la carta e, tenendo le estremità, far rotolare questa salsiccietta per avere un aspetto liscio e regolare. Annodare gli estremi e tagliare l’eccesso.
Quando i due cilindri di pasta saranno pronti basterà decidere se cuocerli entrambi o conservarne uno in freezer per utilizzarlo in seguito.
Volendo procedere alla cottura riporre nuovamente in frigorifero almeno 15 minuti: questo passaggio renderà la pasta facilmente porzionabile con il coltello e garantirà la friabilità dei biscotti.
Eliminare la pellicola e con un coltello affilato tagliare il cilindro in fette spesse circa 1,5 cm; disporle su una placca da forno foderata con l’apposita carta e cuocere per 12/15 minuti a 180° C, comunque fino a colorazione. Lasciar raffreddare a temperatura ambiente, preferibilmente su una grata, e conservare in un contenitore chiuso.

* Come vi dicevo 30 minuti di riposo non sono sufficienti per fare indurire il composto così come i 15 successivi. Io suggerisco almeno un paio d'ore di riposo prima di formare i cilindri e poi di lasciare questi in frigo almeno una notte prima di tagliare i biscotti.

venerdì 14 ottobre 2011

Panna cotta al cioccolato bianco con coulis di frutta

Mentre fuori piove
ed io contrasto il primo raffreddore dell'autunno
mi ritrovo tra le dita i post che non scritto durante l'estate.



Speravo non avrei avuto tempo perché troppo impegnata al lavoro in Cioccolateria Lorenzo
e invece...
Lorenzo è ormai pronta ma ferma a causa delle lentezze e dei ritardi burocratici!
Così non ho avuto troppa voglia né di sperimentare né di scrivere,
del resto questo blog era nato proprio con l'intento di essere il diario quotidiano
della mia avventura!

E però è proprio quando si sente perdere l'entusiasmo e le forze
che bisogna insistere :)
Per questo ho deciso di recuperare qualche post mai pubblicato dell'estate appena passata.

Le foto non sono un granché ma i dolcetti di cui sopra di una notevole bontà!
Cominciamo con questa panna cotta al cioccolato bianco con coulis di lamponi (io l'ho provata anche con coulis ai frutti di bosco)



Ingredienti

per la panna cotta
300 ml di panna
100 ml di latte intero fresco
90 gr di cioccolato bianco
4 fogli di gelatina (secondo me ne bastano 3)

per il coulis
150 gr di lamponi surgelati o frutti di bosco
20 gr di zucchero
1 limone verde


Prima di tutto
Immergete la gelatina in acqua fredda

Portate ad ebollizione il latte con la panna. Lontano dal fuoco unite il cioccolato bianco. Mescolate con la frusta finché il cioccolato non sia completamente fuso.
Unite la gelatina strizzata e mescolate bene.

Versate in bicchierini e fate rassodare in frigo per almeno 2 ore.

Cuocere i lamponi o i frutti di bosco con lo zucchero finché non assume la consistenza di una composta. Filtrare con un colino in modo da eliminare i semi.
Unire la scorza grattuggiata e dun cucchiaio di limone verde.

Quando la panna cotta si è rappresa, versateci sopra il coulis di lamponi e tenete da parte in frigo fino al momento di servire.

martedì 13 settembre 2011

Ricette di famiglia, il Tiramisù



Nonostante la mia vocazione alla pasticceria, e nonostante il talento culinario che le accomuna, le donne della mia famiglia non si sono mai impegante molto nella preparazione dei dolci...Se invece ripenso a quando mia nonna si dilettava ai fornelli: arancine, panelle e crocché, coniglio alla cacciatora, pasta al forno, caponata, pasta con le sarde, sarde a beccafico, zucca in agrodolce...Mmmm...

E però a ripensarci bene qualcosa di famiglia c'è anche tra i dolci, il Tiramisù, preparato con la ricetta trovata, credo qualcosa come vent'anni fa o giù di lì sulla confezione dei Savoiardi Vicenzi, e da allora gelosamente conservata da mia mamma, perché buona e perfettamente equilibrata da poter tranquillamente passare come uno di quei cimeli scritti su foglietti di carta ingialliti e tramandati negli anni da madre in figlia o da nonna a nipote.







E così complice una confezione di mascarpone da consumare, l'altro giorno ho preso la mia piccola agendina e ricopiato con cura la ricettina dal foglio volante di mia mamma. Da oggi è anche mia, da domani sarà anche di "Cioccolateria Lorenzo".

Ps Per quanto mi sforzi non riesco a ricordare un dolce preparato dalla nonna di cui sopra...Tranne che uno! Ma non vi anticipo nulla, ve lo posto nei prossimi giorni! :)

Tiramisù di mamma Elisa

Ingredienti
per 6/8 persone

400 gr di Savoiardi
400 gr di mascarpone
4 uova
100 gr di zucchero
caffè amaro q.b.
cacao amaro q.b.

Prima di tutto separare i tuorli dagli albumi e lavorare questi ultimi con lo zucchero fino ad ottenere una consistenza cremosa(io ho usato lo sbattitore elettrico per tutta la lavorazione che facilita e velocizza un bel po', mia mamma fa ancora tutto a mano usando il buon vecchio frustino!), quindi aggiungere il mascarpone sempre continuando a montare.
A parte montare a neve ferma ma non troppo gli albumi quindi amalgamare al composto di mascarpone mescolando dal basso verso l'alto con movimenti decisi ma delicati.

Quindi bagnare i Savoiardi nel caffè avendo cura di non inzzupparli eccessivamente (attenzione però che non risultino troppo asciutti, è una questione di equilibrio!).
Adagiarne uno strato e ricoprire di crema. Continuare alternando Savoiardi e crema.
Prima di servire spolverare con il cacao in polvere.

domenica 11 settembre 2011

Per un'amica, birthday angel cake



C'era un'età in cui l'estate durava tre mesi
e si riusciva ad annoiarsi perfino un po'...
Arrivava quando faceva la sua comparsa in tv la pubblicità del Cornetto
o quella della Coppa del Nonno "I feel good..." (Chi non la ricorda?)
e la prima puntata del Festivalbar
e finiva proprio quando dal palco dell'Arena di Verona Vittorio Salvetti
proclamava la canzone pèiù gettonata dell'estate...
Nel mezzo giornate di sole e mare
i compagni di scuola che si vedevano e sentivano a singhiozzi
il gelsomino al balcone dei nonni
gli amici del mare
che ritrovavi tutte le estati
i vecchi amori allontanati durante l'inverno
che rifiorivano sotto i raggi del sole.
Baci nascosti tra vecchie cabine di legno
fresche serate trascorse a guardare il cielo
aspettare una stella cadente
esprimere un desiderio
aspettare che si avveri
Le prime piogge che di solito annunciavano la fine delle vacanze
e il ritorno a scuola...La malinconia...





Questo post è dedicato alla mia amica di quelle estati lì
delle canzoni di Ligabue cantate sulla spiaggia
delle lacrime e dei sorrisi
Sono passati 15 anni, più o meno
e in mezzo le nostre vite.

Eppure festeggiare i suoi trent'anni
alla casa al mare, insieme alla sua famiglia
è stato un po' come fare un salto nel passato
o semplicemente scoprire che il tempo in certi casi non passa mai veramente.
Ed è bello che nella mia vita e nei miei progetti
ci sia spazio anche per lei e la sua famiglia
e che uno dei miei primi lavori sia stata la sua torta di compleanno.
Un onore e una gioia.

Ps Per la cronaca se il Festivalbar lo facessero ancora io quest'anno avrei eletto a canzone più gettonata dell'estate il Lorenzo Jovanotti de "il più grande spettacolo dopo il Big Bang" che cantare questa canzone con il mio cucciolo non ha prezzo...

Torta di compleanno di Vivi

per la base
Angel Cake di Luca Montersino

360 gr di albumi
200 gr di zucchero
5 gr di cremor tartaro
150 gr di farina
150 di zucchero
10 gr di amaretto (facoltativo)
2 gr di scorza di limone (facoltativo)
2 gr di sale
1 bacca di vaniglia

Montare a neve gli albumi (fate attenzione che questi devono essere ben spumosi ma non eccessivamente "fermi" altrimenti diventa difficile incorporarli) con i 200 gr di zucchero, nel frattempo setacciare insieme gli ingredienti secchi, aggiungerli poi agli albumi mescolando con movimenti decisi ma delicati dal basso verso l'alto. Cuocere in forno già caldo a 170° per 25 minuti. (Dosi per una teglia rotonda da circa 24 cm o stampo da angel cake da circa 21/22 cm)

Potete usare tutti gli aromi suggeriti dal maestro oppure scegliere, come me, di usare solo uno, io ho scelto la vaniglia che conferisce un profumo e una dolcezza a mio avviso unici.

Per la farcia
Crema leggera alla vaniglia

90 gr di zucchero
30 gr di farina di mais
30 gr di farina di riso
1 tuorlo d'uovo
500ml di latte intero fresco
1 bacca di vaniglia

Portare ad ebollizione il latte con la bacca di vaniglia (Luca Montersino suggerisce nel preparare la crema pasticcera, ma vale anche qui! di far bollire latte o panna con la bacca e mettere la polpa nei tuorli. Questo perché il latte cuocendo produce una pellicola nella quale rimarrebbero altrimenti i semi che andrebbero così persi una volta, appunto, rimossa tale pellicola.)
Sbattere il tuorlo con lo zucchero, la polpa di vaniglia e lo zucchero aggiungendo un po' del latte finché il composto non risulti bello spumoso. A questo punto aggiungere le farine e diluire a poco a poco con il latte. Anche per l'utilizzo delle due farine mi sono rifatta ai suggerimenti del maestro, che consiglia di usare la maizena per dare consistenza alla crema mentre la farina di riso per conferirle un aspetto vellutato.
Rimettere il composto sul fuoco e mescolare finché non si sia addensata.
Far raffreddare completamente prima di utilizzare.

Ganache al cioccolato Fondente

250 ml di panna fresca liquida
250 gr di cioccolato fondente

Portare la panna ad ebollizione nel frattempo spezzettare il cioccolato, versare poi la panna sul cioccolato aspettare qualche istante e poi mescolare con una frusta con movimenti dal centro verso l'esterno finché il composto non diventi liscio e lucido. Far raffreddare completamente prima di utilizzarla.

Per entrambe le creme consiglio di appoggiare un foglio di pellicola trasparente a contatto perché non si formi una pellicina in attesa che si raffreddino, la ganache va mescolata di tanto in tanto.

Per il montaggio

Tagliare la torta in tre strati. Farcire il primo con uno strato di ganache e ribes rossi freschi, appoggiare un secondo disco e farcire con uno strato di crema alla vaniglia e mirtilli neri freschi. Ricoprire con l'ultimo disco. A vostra scelta potete ricoprire la superficie del dolce con del semplice zucchero a velo o con uno strato sottile di ganache o glassa la cioccolato.



Con questo post partecipo al contest di Sara "Tu vuo fa l'Americano"...Per ovvie ragioni! La prima riguarda la mia predilezione per l'Angel Cake: Adoro questa sofficissima torta americana. Io che non amo affatto il Pan di Spegna che trovo sempre troppo asciutto e compatto, ne ho trovato un ottimo sostituto in questa preparazione, talmente da morbida da non necessitare di eesere bagnata prima di essere farcita.
La seconda ragione ha a che vedere con la decorazione in pasta di zucchero. Adoro le wedding cake di tradizione anglosassone, le coperture di zucchero e glassa, gli splendidi fiori. Oggi la moda del cake design è sempre più diffusa anche in Italia e i dolci, secondo me, soprattutto quelli nuziali, ci stanno guadagnando un bel po'in stile e classe...Io lo dico sempre alle mie amiche: sposatevi che non vedo l'ora di preparare una wedding cake con le mie mani!

Ps con tutto il rispetto per la pasticceria francese, che adoro, ma ho trentadue anni e ho perso il conto delle Saint Honoré che ho mangiato ai matrimoni...

martedì 26 luglio 2011

Nuvole d'acqua di colonia (Nuvole rosa la torta orsetto di Beatrice)



Un bagnetto
nuvole di sapone profumato

Un bimbo che sceglie da solo cosa mettersi (vuole la maglietta di Superman)
L'acqua di Parma di papà sui capelli
...Nuvole d'acqua di colonia
l'aria mi bacia e sogna...
canta la voce di Capossela

Una nuvola rosa su cui un orsetto si è addormentato
tra mille stelle e soffici nastri
una prova con cui confrontarmi, la torta di Beatrice,
piccole grandi imperfezioni
piccole grandi soddisfazioni.



giovedì 21 luglio 2011

Un pomeriggio d'estate



Un pomeriggio d'estate passato alla finestra
a vedere la girandola girare
e la tenda svolazzare

Il venticello fresco arrivato a portar via il caldo di ieri
Un bimbo che si sveglia piengendo e si consola tra le tue braccia

Il primo pomeriggio passato senza pannolino
e nemmeno una goccia di pipì a terra
la fa due volte nel vasino, in piedi come i grandi

Merita un premio
vuole toccare l'acqua raccolta nel sottovaso "l'acqua delle piante!"
è un maschietto adora sporcarsi
glielo concedo, è stato bravo.

Puliremo poi.







martedì 19 luglio 2011

Quel fresco profumo di libertà

Oggi non è tempo di ricette.
Oggi è il giorno della memoria.

Diciannove anni fa era soltanto una domenica pomeriggio d'estate lenta e sonnacchiosa come lo sono le domenica siciliane. C'è un torpore che a noi siciliani ci pervade sempre figuratevi a luglio quando il sole brucia anche alle otto di sera, e al pranzo serio della domenica non ci si rinuncia nemmeno se il termotreto segna + trenta.

Io avevo tredici anni il 19 luglio 1992 e già avevo vissuto la mia buona dose di delitti di mafia, morti sparati in mezzo alle strade. Ricordo i titoli del giornale L'Ora, mio nonno che tutte le mattine andava a comprarlo, fino a quando lo pubblicarono, poi dovette cedere, volente o nolente alla cronaca del Giornale di Sicilia. Avevo già vissuto la strage di Capaci.

Ma la strage di via D'Amelio, la fine brutale del giudice Borsellino e dei suoi agenti, fu un'altra cosa. Fu uno squarcio della carne, del cuore, della mia anima di palermitana che credeva nella giustizia.

Ricordo l'edizione straordinaria del telegiornale, i primi tg non dicevano che il giudice fosse morto, non so perché. Io e la mia famiglia eravamo fuori Palermo da una zia, rientrammo subito, in macchina per tutto il viaggio solo silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Io pregavo, anche se sapevo che era morto, pregavo che non lo avessero ucciso. Che non avessero ucciso l'ultima speranza che credevo avesse Palermo, l'ultimo soffio di libertà e giustizia.

E invece Palermo era stata sventrata, via D'Amelio era tale e quale alle immagini di guerra che arrivavano da paesi lontani: fumo nero, un braccio gettato sull'asfalto, un pezzo di carne bruciata che fino a poco tempo prima era una vita, erano fiati, erano sorrisi, era paura, era amore. Amore per Paolo, amore per la giustizia.

Con Paolo Borsellino non ci uccisero la speranza.
La mia rabbia negli anni crebbe nei confronti della Mafia, e dell'indifferenza nei confronti della Mafia, e del malcostume in maniera proporzionale alla paura che avevo quel 19 luglio e i giorni che vennero dopo.

Ricordo il rumore sordo degli elicotteri, giorno e notte, il silenzio immobile della città inghiottita dall'afa, i militari per strada in una città che sembrava in assetto di guerra, le zone rimozione sparse per la città sotto le case dei magistrati a rischio. L'impegno dello Stato per controstare la Mafia e i suoi attacchi. Dopo Falcone e Borsellino, dopo le loro morti.

Quell'impegno durò qualche anno. Oggi di Mafia non si sente parlare quasi più in città, piuttosto di delinquenza, di malcostume, di gente che non rispetta le regole. Come se anche questo non fosse Mafia.

Oggi mi ricordo di Paolo, oggi che sto compiendo una mia sfida personale, per non lasciare Palermo, per rimanere e farlo nel rispetto delle regole. Come me altri giovani imprenditori, tante associazioni che ogni giorno portano avanti la loro personale battaglia. Cerchiamo di non scendere a compromessi, perseveriamo in questo per non diventare servi di nessuno, per poter respirare fino in fondo "Quel fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale".Grazie Paolo.

martedì 5 luglio 2011

cioccolato, arance e fantasia!





Ovvero come ripensare a quello sformatino di cioccolato amaro con salsa all'arancia gustato dal commissario Montalbano (mon amour) nel Ladro di Merendine...
Il pallino di partecipare al contest di Claudia ce l'ho avuto dal primo momento, così come l'idea di riprodurre proprio quella ricetta lì.
Non vi nego che stavo per mollare, primo perché non avevo alcuna ricetta da cui partire e poi perché il caos con cui mi sono trovata a convivere nel mese passato mi ha tenuta lontana dal blog e dal contest di Claudia, anche se non proprio dalla cucina...
E così complice il caldo, mi è venuta l'idea giusta per quel famoso sformatino e per l'ingrediente segreto che avrebbe dovuto renderlo unico...

Ma andiamo con ordine...

Ingredienti

Per lo sciroppo
170 gr di zucchero
80 gr di acqua

Per lo sformatino
400 gr di panna montata
160 gr di tuorli
90 gr di cioccolato fondente al 60%

Per il coulis di arance
il succo di 1 arancia
1 cucchiaio di zucchero di canna
amido

Ingrediente segreto
.....


In una casseruola fate sciogliere lo zucchero con l'acqua. Mettete sul fuoco e portate ad ebollizione.
Togliete dalla fiamma e lasciate raffreddare coperto da un panno umido in modo da non fare cristallizzare il composto.

Versate lo sciroppo sui tuorli in una casseruola e fate cuocere a bagnomaria mescolando continuamente con una frusta fino a formare una crema.
Unite il cioccolato fondente precedentemente spezzato e fatelo ben sciogliere.
Togliete dal fuoco e quando il composto sarà quasi freddo amalgamatevi la panna montata; successivamente versate il composto in uno stampo rivestito di pellicola trasparente.

A questo punto aggiungete l'ingrediente segreto: lasciate riposare in freezer per 4-5ore. Si, perché il mio sformatino è un parfait, o meglio il parfait al cioccolato di Carlo Pozza, uno dei membri dell'Accademia maestri pasticceri italiani. Tutti i mesi, grazie ad un rubrica della Cucina del Corriere, ho la possibilità di conoscere uno diverso di questi maestri e molte delle loro creazioni.
Il Ladro di Merendine è così affascinante nelle atmosfere arabe di cui riecheggia, che a me, palermitana con gli arabi nel sangue e negli occhi non poteva che ispirarmi alla ricerca di un ingrediente che avesse quell'origine. Prima pensavo avrei potuto aggiungere delle spezie, ma poi, complice il profumo pungente di un mazzetto di gelsomini raccolto per strada, mi sono ricordata che si deve proprio agli arabi l'origine del gelato, quando in tempi lontani preparavano i loro sherbet utilizzando la neve dell'Etna, allora, in quei tempi in cui la Sicilia era pervasa dal loro sapere e fervore culturale, artistico e culinario erano soprattutto a base di agrumi ma anche di gelsomino!



Il maestro suggeriva di guarnire il dolce con scaglie di cioccolato e lamponi io sono rimasta fedele alla versione Camilleriana e alla lontana origine degli sherbet arabi e così ho preparato un coulis di arance bionde, succose e profumatissime, comprate la scorsa settimana al gruppo di acquisto bio sotto casa mia. Basta mettere sul fuoco il succo di arancia con lo zucchero e lasciare cuocere per un quarto d'ora poi si aggiunge poco per volta l'amido tanto quanto basta a trovare la consistenza giusta. Morbido e vellutato, non troppo liquido.




E ora Claudia, non lo invitiamo a cena il Commissario?

giovedì 30 giugno 2011

Profumi d'estate, marmellata di ciliegie



"Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduto.

Fu un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco
perché i ciliegi tornassero in fiore..."
Un Medico Fabrizio De Andrè

Quello che siamo da bambini
ciò che amiamo e che sogniamo
in qualche modo ce lo portiamo dentro tutta la vita
anche se magari ci ritroviamo a trentun'anni
diverse e lontane da quello che ci eravamo immaginate.

Ricordo le estati della mia infanzia
il gelsomino al balcone dei miei nonni
le passeggiate in bicicletta
i tramonti interminabili
quel cielo chiaro
che prolunga la durata del crepuscolo
fino a cedere il passo alla notte piena di stelle.

I panieri di frutta che mio nonno portava dalla campagna
le sue nespole
i cesti di pesche dello zio Giovanni
le feste patronali al paese di mio papà
la sonnolenza dei pomeriggi dopo una mattina al mare.

I profumi intensi dei fiori e della frutta
il rosso porpora delle ciliegie.
La mia frutta d'estate preferita.
Di quando ero bambina non ho perso
la capacità di emozionarmi
la fiducia nell'amicizia
anche se mi è capitato spesso di pensare
di non riuscire più a fidarmi di nessuno
oggi mi scopro invece
emozionata a fiutare la possibilità di trovare una nuova amica.

Rimango ancora la stessa istintiva ed irrazionale fanciulla che ero a sedici anni
e credo che quello che intuisco nel profondo di me
avrà sicuramente la sua verità
e non potrà essere un male
comunque vada a finire.

Conservo ancora l'amore per le ciliegie
e mi scopro emozionata e vedermi la mani violacee
per averne sminuzzate tante



per farne la prima marmellata della mia vita.

Marmellata di ciliegie

Ingredienti

150 gr di zucchero per 300 gr di ciliegie

Mettete sul fuoco dolce ciliegie snocciolate o tagliate a metà e zucchero
e lasciate cuocere per mezz'ora o finché la marmellata non si sia addensata abbastanza.

domenica 5 giugno 2011

Un racconto da thè (Thè degli amanti e Madeleines alle mele, cannella e mandorle)



“Scusi, sto cercando un romanzo di Safran Foer “Ogni cosa è illuminata” “Può trovarlo alla sezione narrativa contemporanea nello scaffale di Guanda Edizioni”.
Non aveva avuto bisogno di girarsi e guardarla, anche se erano passati dieci anni la sua voce non era affatto cambiata.

Una voce acuta e un po’nasale ancora da ragazzina, anche se ormai era quella di una donna. Il sei aprile avrebbe compiuto trentadue anni. “Sono nata lo stesso giorno di Jeanne la compagna di Modigliani”, diceva sorridendo maliziosamente e lasciando scivolare una ciocca dei lunghi capelli ramati sui grandi occhi neri, consapevole del potere evocativo che il ricordo dei nudi di Modì avesse su di loro. Non poté resistere alla tentazione di guardarla un attimo e così si voltò, ma quella voce che aveva sentito solo un attimo prima dietro le sue spalle era ora lontana. Riuscì solamente ad intravederla nei pressi dell’uscita, togliersi il badge dalla maglia e infilarsi un cappotto di tweed avvolgente come quelli che usava da studentessa, quando affrontava le fredde mattine invernali per recarsi in facoltà in sella alla sua vecchia bici da passeggio. “È vintage, ribatteva calcandosi per bene il basco nero fatto ai ferri”.

Lasciò cadere il libro che aveva in mano e corse verso l’uscita. Non sapeva nemmeno cosa avrebbe fatto. L’avrebbe chiamata? L’avrebbe fermata? Che cosa le avrebbe detto? “Scusa se non ti ho mai più richiamata?” Finì soltanto per seguirla. Lei non sembrava avere fretta, camminava alla fioca luce di un pomeriggio di gennaio sotto un cielo grigio che minacciava pioggia da un momento all’altro. Non aveva ombrello. La guardava camminare sicura, l’andatura morbida, ancheggiava leggermente e anche se non aveva guardato sapeva che portava i tacchi. I capelli, meno lunghi di come ricordasse, erano scompigliati dal vento. Si chiedeva cosa avesse fatto in tutti quegli anni, chi avesse incontrato, cosa l’avesse fatta ridere e piangere. Sapeva solo che aveva vissuto a Parigi e che aveva fatto la scenografa in un teatro.

L’inverno si riconosceva da questo: alle tre del pomeriggio era ancora giorno ma un ora dopo sembrava fosse già sera. E così mentre i lampioni per strada cominciavano ad accendersi, senza saperlo era arrivato a destinazione, lì dove avrebbe scoperto molto più di quanto avesse immaginato seguendola per strada.

La vide entrare in un Caffè, la giovane coppia dietro al bancone la accolse con affetto, lei li salutò dall’ingresso poi si diresse nella stanza affianco a quella da cui era entrata. Due bambini giocavano ad un tavolino posto dietro la vetrata, su un piatto dei biscotti e due tazze con disegni di animali con del latte caldo o della cioccolata. Quando entrò nella stanza uno dei piccoli le corse incontro abbracciandola, lei gli diede un bacio sulla bocca e si sedette a terra insieme a loro tenendo il bimbo tra le gambe.

Aveva un figlio. Aveva amato un altro uomo. Un abisso di tempo che l’aveva trasformata da giovane amante in madre.

Poco dopo la giovane donna del bancone entrò nella saletta con un vassoio. Lei si alzò e quando quella ebbe le mani libere si abbracciarono. Scambiarono due chiacchiere poi quando rimase ancora sola si sedette su un divanetto ecrù accanto al tavolino su cui giocavano i bambini. Prese in mano una tazza fumante, l’avvicinò al viso lasciò che il vapore le riscaldasse il volto, aspirò gli aromi, poi avvicinò la tazza alla bocca, si lasciò scottare leggermente labbra dal calore, la voluttà di appropriarsi di quel liquido caldo, chiuse gli occhi e trattenne tutte le emozioni conquistate, il conforto di quel momento. Il suo rito del thè, compiuto ancora dopo tanto tempo con gli stessi gesti di allora, di quando seduta a gambe incrociate sul suo letto si tuffava nel suo calore per ripararsi dagli spifferi della sua stanza in affitto. Doveva essere un thè nero, sicuramente speziato, e il dolce sul piattino forse una crostata o una fetta di torta, ma di sicuro doveva fatta in casa.

Stupidamente si era avvicinato troppo alla vetrata. Lei aprì gli occhi e fu allora che lo vide. Le tremò leggermente la mano qualche goccia calda scivolò giù per la tazza scottandole le dita.





Mi piacerebbe che quando “Cioccolateria Lorenzo” aprirà le sue porte questo racconto possa prendere in qualche modo vita. Che la gente possa sentirsi accolta da noi come nell’intimo della propria casa, che i bambini possano giocare nell’angolo a loro riservato mentre le loro mamma si riposano dalle fatiche sorseggiando una calda tazza di thè, che l’odore dei dolci fatti in casa, l’aroma dolce della vaniglia, quello pungente della cannella, il profumo del cioccolato investano gli avventori non appena entrati. Ci piacerebbe che venire da noi fosse un po’come andare da un amico “andiamo da Lorenzo…”
È già passato un anno da quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto e ormai mancano davvero poche settimane e sarà realtà. Quando ho letto il post della ciliegina, avevo da poco incontrato il rappresentante della Neavita il nostro fornitore per i thè, le tisane e gli infusi. Qualche giorno dopo sono arrivate le scatole, con i pacchi dei prodotti e il corredo per il thè ordinato. Erano lì che sembravano chiedermi di raccontare una storia…
Il thè bevuto da “lei” è un thè degli amanti. Thè nero, cuori di zucchero,fiori di fiordaliso blu,aromi. Thè nero dal dolce aroma che con i suoi colori ispira passione. Il dolce sul piattino, invece, una tortina Madeleines alle mele, cannella e mandorle. Cosa di meglio per tuffarsi nel ricordo di un vecchio amore...





Madeleines alle mele, cannella e mandorle
per circa 16 madeleines

2 mele
1/2 limone non trattato
25 gr di mandorle
1 cucchiaino di cannella in polvere
3 uova
150 gr di burro salato fuso
150 gr di farina
150 di zucchero
1 cucchiaino raso di lievito

Lavate, asciugate e grattate la scorza del limone. Sbucciate e tagliate le mele a dadini. Pelate e tritate non troppo finemente le mandorle.

Passate al setaccio la farina e il livito insieme. Sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Incorporate la farina e il lievito setacciati, i dadini di mela, la cannella, le mandorle, la scorza di limone grattata e il burro.
Mescolate fino ad ootenere un composto liscio ed omogeneo.

Lasciate riposare in frigorifero per almeno un'ora.

Scaldate il forno a 270°. Riempite gli stampini di silicone e infornate le madeleines per 4 minuti. Abbassate la temperatura a 210° e continuate la cottura per 4/6 minuti finché risulteranno dorate.

Sfornate le madeleines, attendete qualche minuto poi sformatele e gustatele a temperatura ambiente.

E con questo post, come detto, partecipo al contest di Tuki, Ciliegina sulla torta, E'sempre l'ora del thè!

lunedì 30 maggio 2011

Gelato di menta, benvenuta estate!



I primi pantaloncini corti della stagione, le braccia paffute e nude
le prime corse sotto il sole, le guance infuocate
Benvenuta estate
con il tuo sole caldo
e il luccichio del mare
i colori accesi e intensi

Benvenuti ai sapori più dolci dell'anno
alla frutta succosa
alle erbe profumate
ai fiori colorati

La cucina inondata dal profuma pungente di un infuso di menta.
Rimane per ore nell'aria
mescolata all'aroma dolce dello zucchero sciolto.
Mi cimento nella preparazione di un gelato nonostante non abbia la gelatiera
ma è così invitante quel mazzo verde di menta...

La preparazione è semplice, l'aroma intenso, il sapore delicato.
La consistenza morbida nonostante il congelatore
L'incontro inatteso della menta dopo il dolce della crema
il retrogusto erboso anche dopo aver finito.



Il gelato fatto in casa ha davvero tutto un altro sapore
e non solo per l'orgoglio di averlo preparato da te!
Ti accorgi in realtà di come la natura riservi sapori più morbidi, meno forti assolutamente da scoprire.
Niente è netto e subito svelato come quando si usano aromi artificiali
o coloranti.

Dopo più di un'ora d'infusione il thé che ho preparato aveva il colore cupo delle foglie ossidate, e lo stesso lo sciroppo fatto poco dopo.
Alla fine il mio gelato aveva solo un'ombra vaga di verde, appena percepibile,
come fosse un ricordo sbiadito la menta,
se non fosse stato per quel profumo dolce che si sprigionava ogni volta che scoprivo il contenitore per tornare a mescolarlo...



Ingredienti per 4 persone

200 gr di zucchero
10 gr di cioccolato fondente
30 gr di foglie di menta più alcune per guarnire
1 uova
2,5 dl di latte
1,5 dl di panna fresca

Portate ad ebollizione 1 dl di acqua, unitevi le foglie di menta, spegnete la fiamma, mescolate e lasciate raffreddare, filtrate, raccogliete il tè in una casseruola, unite 70 gr di zucchero, mescolate velocemente, quindi portate ad ebolizzione, regolate la fiamma e lasciate sobbollire per 10 minuti mescolando, infine spegnete la fiamma e lasciate raffreddare.

Se non disponete della gelatiera mettete nel freezer una vascahetta di acciaio con coperchio.
Frullate nel bicchiere del frullatore ad immersione lo zucchero rimasto con l'uovo sgusciato, il latte, la panna, lo sciroppo di menta e i 10 gr di cioccolato grattugiato.

Versate il composto nella gelatiera o nella vaschetta di acciaio senza colmarla completamente, incoperchiatela e rimettetela nel congelatore per un'ora, poi estraetela e mescolate energicamente il gelato.
Riponetelo ancora nel freezer e lasciatelo rassodare ancora per un'ora, quindi estraetelo e mescolatelo nuovamente, sarà pronto dopo circa quattro ore.

Se volete potete servire il gelato con una crema pasticcera al cioccolato.
Anche se devo dirvi che per quanto io sia golosa di cioccolato lo preferivo di gran lunga semplice.
Un consiglio. Se preferite dolci non troppo stucchevoli vi consiglio di ridurre un po'lo zucchero impiegato basterà utilizzarne solo 120 max 150gr avrete un gelato meno dolce e più fresco.

Con questa ricetta partecipo al contest al "sapore d'estate" di About Food

martedì 24 maggio 2011

Plumcake al cioccolato con fiocchetti di Nutella (per festeggiare un complimese e un anniversario)



La settimana appena passata è stata fitta di ricorrenze. Lorenzo si avvia correndo a festeggiare i suoi due anni. Venerdì è arrivato il traguardo dei suoi 23 mesi.
Lo guardo il mio cucciolo di uomo mentre scorazza con la sua salopette a quadri tra le aiuole della "nostra" villa. Cerca ancora la mia mano quando deve intraprendere nuove avventure e allora mi fa il dono della specialità: io sono la sua mamma, la mano che tiene per addormentarsi, quella che afferra per non cadere.
Anche io mi aggrappo a lui. Ogni volta che lo abbraccio e mi riempio della sua morbidezza, ogni volta che mi lascio abbracciare, quando appena fuori dal bagnetto si diverte ad inzupparmi come una delle sue paperelle di gomma.



La vita corre veloce. Sembra ieri che è iniziata l'avventura di una donna e di un uomo. Incontrati, amati, sposati, diventati genitori e oggi ancora impegnati in un nuovo progetto di vita.
Ieri in occasione del loro terzo anniversario quell'uomo e quella donna si sono concessi una fuga romantica in un "paese incantato".
Per inciso vi consiglio, se non lo avete già fatto, di registrarvi su Groupon Groupalia e affini e di prendere seriamente in considerazione le loro offerte.
Anche perché di buono c'è che se comprate uno dei loro coupon lo fate perché ve lo potete permettere e che magari quando lo spendete le vostre finanze siano in rosso...
La cosa, ve lo assicuro, amplifica il godimento...
Io ed Enzo lo abbiamo sperimentato proprio ieri in occasione della nostra fuga: percorso benessere di un'ora più cena al Belli Resort spa nel borgo medievale di Gratteri nei pressi di Cefalù.
Costo del coupon 69 euro, regalo di Natale speso per il nostro anniversario...Com'è che si dice due piccioni e il resto lo sapete...
Complici i nonni e la zia che hanno trascorso un sabato da baby sitter, noi abbiamo potuto immergerci in un silenzio da favola...Completato il percorso alla spa e prima della succulenta cena a base di prodotti tipici madoniti, abbiamo fatto una passeggiata tra i vicoli del paese: ciottoli e casupole in pietra avvolti dal silenzio e dalla luce chiara della sera, muri di case completamente ricoperti di edera dalla cui finestra t'immagini di vedersi affacciare una principessa dalla lunga treccia bionda, una piccolissima chiesa bianca affacciata sul mare del golfo di Cefalù...Scenario da favola...



E tornati a casa entrare nella camera buia e ritrovare il respiro addormentato di Lori. In fin dei conti anche questo scenario ha la sua dose d'incanto...

Il dolce delle foto l'ho preparato venerdì sera. Ho iniziato alle 19,33 e finito alle 19,53 poi forno! Avevo solo mezz'oretta prima d'iniziare a preparare la cena di Lori ma volevo preparare qualcosa di buono per la colazione del nostro anniversario e poi mi andava anche che Enzo tornando a casa da lavoro trovasse la casa profumata di dolce e cioccolato.

Plumcake al cioccolato con fiocchetti di Nutella
(Un'altra ricettina di Elena)

160 gr di farina
150 gr di zucchero
100 ml di olio di semi
1 vasetto di yogurt bianco
1 bustina di lievito
2 uova
2 cucchiai colmi di cacao
Nutella

Sbattete con un frustino le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Poi aggiungete lo yogurt, il cacao, l'olio, la farina e infine il lievito.
Imburrate e infarinate uno stampo da torta di 24 cm o uno stampo da plumcake non troppo grande e versatevi il composto. Distribuite sulla superficie dei fiocchetti di Nutella e infornate in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti.
Non lasciatevi ingannare dalla semplicità della preparazione è di una bontà e morbidezza disarmanti. Anche il mio piccolo ne ha spiluccato delle mollichine appena svrglio in attesa del suo biberon di latte caldo.

E con questa ricetta partecipo al contest di mamma papera

sabato 14 maggio 2011

I miei Rocher (e due lunghi pomeriggi in cucina!)



Un nuovo taglio che mi da leggerezza
Camminare per via Merlo alle tre del pomeriggio
la strada stranamente silenziosa e senza macchine
qualcuno intona al pianoforte una melodia
nell'antico confettificio lo zucchero caramellizza
inondando la strada di un profumo morbido di dolce tostato
il vento soffia tiepido
la girandola al balcone gira veloce e confonde i suoi colori
sorrido pensando al mio bimbo che dorme
i capelli tagliati di fresco si scompigliano

Mi porto a casa il calore
guadagnato per strada
e la dolcezza del profumo di fuori
Preparo un caramello.
La fiamma leggera ne sprigiona il profumo poco alla vota e con sempre maggior intensità.
Mi viene in mente che da bambina ero affscinata dalla mele caramellate
dal loro odore, dal loro colore. Ma non le ho mai mangiate.
L'odor di caramello si diffonde ovunque per la cucina, il colore è intenso.
Butto dentro mandorle e nocciole.
Il mio lungo pomeriggio di preparazione è iniziato.

I miei Rocher



Prima di tutto preparare il Pralinato

150 gr di Nocciole
130 gr di Zucchero

Per un pralinato tradizionale si pùò sostituire metà delle nocciole con le mandorle.

Mettere lo zucchero in un pentolino e preparare un caramello. Quando questo è pronto togliere dal fuoco e aggiungere la frutta secca, mescolando finché non sia ben ricoperta quindi versare su un foglio di carta forno e lasciare raffreddare.
Quando si sarà freddata passare le nocciole caramellate al cutter tritando finché non diventi una pasta liscia e densa.
A questo punto il pralinato è pronto.

Passiamo quindi ai Rocher

280 gr di cioccolato al latte
20 gr di cioccolato fondente
100 gr di granella di nocciole (io le ho tostate)
nocciole intere

Sciogliere a bagnomaria 80 gr di cioccolato al latte e 20 di cioccolato fondente
e incorporarloa al pralinato.
Quindi lasciare riposare il cioccolato pralinato per 30 minuti al frigo.
Data la stagione ormai tiepida e data anche la consistenza morbida dell'impasto, io vi consiglio di preparalo la sera prima per il giorno dopo e lasciarlo quindi in frigo tutta la notte.

Ecco perché i miei Rocher si sono presi due giorni...

Una volta raffreddato il cioccolato pralinato
prendetene piccole quantità mettete al centro una nocciola e fate delle palline.
Fate riposare al frigo per due ore.

Sciogliete a bagnomaria 200 gr di cioccolato sl latte
passatevi le palline e poi passatele nelle nocciole tritate.

E qui a questo punto è d'obbligo una precisazione dato che i libri di cucina spesso fanno tutto facile e poi all'atto pratico ci mettono nei guai!
Io ho seguito alla lettera il procedimento e il risultato è stato che passando le praline nel cioccolato fuso queste si sono un po'sciolte ed essendo caldo il cioccolato una volta passate nella granella si sono completamente ricoperte!
Forse una soluzione per lavorare il tutto più facilmente potrebbe essere quella di passare le praline nella granella subito dopo aver formato le palline perché avendole lavorate con le mani sono tiepide (e questo permette alla granella di attaccarsi) poi passarle al frigo e infine coprirle con il cioccolato fuso.
Solo che non so dirvi se la soluzione funzionerebbe...Proverò e vi farò sapere oppure se avete dai consigli, perché npon vi fate sentire?? Attendo fiduciosa!

E infine vi svelo il perché di questa follia...Cioè ma chi me lo faceva fare di passare due pomeriggi interi in cucina per prepare questi Rocher??
...Bhé il desiderio di partecipare al contest di Shake and Bake Una ZebrApois e Mezzaluna in collaborazione con Kit Zen Home made is better!! Mi dispisce solo di essere arrivata così in ritardo da non aver avuto il tempo di provare versioni alternative o soluzioni alternative ma non importa è stata comunque una bella sfida!