domenica 5 giugno 2011

Un racconto da thè (Thè degli amanti e Madeleines alle mele, cannella e mandorle)



“Scusi, sto cercando un romanzo di Safran Foer “Ogni cosa è illuminata” “Può trovarlo alla sezione narrativa contemporanea nello scaffale di Guanda Edizioni”.
Non aveva avuto bisogno di girarsi e guardarla, anche se erano passati dieci anni la sua voce non era affatto cambiata.

Una voce acuta e un po’nasale ancora da ragazzina, anche se ormai era quella di una donna. Il sei aprile avrebbe compiuto trentadue anni. “Sono nata lo stesso giorno di Jeanne la compagna di Modigliani”, diceva sorridendo maliziosamente e lasciando scivolare una ciocca dei lunghi capelli ramati sui grandi occhi neri, consapevole del potere evocativo che il ricordo dei nudi di Modì avesse su di loro. Non poté resistere alla tentazione di guardarla un attimo e così si voltò, ma quella voce che aveva sentito solo un attimo prima dietro le sue spalle era ora lontana. Riuscì solamente ad intravederla nei pressi dell’uscita, togliersi il badge dalla maglia e infilarsi un cappotto di tweed avvolgente come quelli che usava da studentessa, quando affrontava le fredde mattine invernali per recarsi in facoltà in sella alla sua vecchia bici da passeggio. “È vintage, ribatteva calcandosi per bene il basco nero fatto ai ferri”.

Lasciò cadere il libro che aveva in mano e corse verso l’uscita. Non sapeva nemmeno cosa avrebbe fatto. L’avrebbe chiamata? L’avrebbe fermata? Che cosa le avrebbe detto? “Scusa se non ti ho mai più richiamata?” Finì soltanto per seguirla. Lei non sembrava avere fretta, camminava alla fioca luce di un pomeriggio di gennaio sotto un cielo grigio che minacciava pioggia da un momento all’altro. Non aveva ombrello. La guardava camminare sicura, l’andatura morbida, ancheggiava leggermente e anche se non aveva guardato sapeva che portava i tacchi. I capelli, meno lunghi di come ricordasse, erano scompigliati dal vento. Si chiedeva cosa avesse fatto in tutti quegli anni, chi avesse incontrato, cosa l’avesse fatta ridere e piangere. Sapeva solo che aveva vissuto a Parigi e che aveva fatto la scenografa in un teatro.

L’inverno si riconosceva da questo: alle tre del pomeriggio era ancora giorno ma un ora dopo sembrava fosse già sera. E così mentre i lampioni per strada cominciavano ad accendersi, senza saperlo era arrivato a destinazione, lì dove avrebbe scoperto molto più di quanto avesse immaginato seguendola per strada.

La vide entrare in un Caffè, la giovane coppia dietro al bancone la accolse con affetto, lei li salutò dall’ingresso poi si diresse nella stanza affianco a quella da cui era entrata. Due bambini giocavano ad un tavolino posto dietro la vetrata, su un piatto dei biscotti e due tazze con disegni di animali con del latte caldo o della cioccolata. Quando entrò nella stanza uno dei piccoli le corse incontro abbracciandola, lei gli diede un bacio sulla bocca e si sedette a terra insieme a loro tenendo il bimbo tra le gambe.

Aveva un figlio. Aveva amato un altro uomo. Un abisso di tempo che l’aveva trasformata da giovane amante in madre.

Poco dopo la giovane donna del bancone entrò nella saletta con un vassoio. Lei si alzò e quando quella ebbe le mani libere si abbracciarono. Scambiarono due chiacchiere poi quando rimase ancora sola si sedette su un divanetto ecrù accanto al tavolino su cui giocavano i bambini. Prese in mano una tazza fumante, l’avvicinò al viso lasciò che il vapore le riscaldasse il volto, aspirò gli aromi, poi avvicinò la tazza alla bocca, si lasciò scottare leggermente labbra dal calore, la voluttà di appropriarsi di quel liquido caldo, chiuse gli occhi e trattenne tutte le emozioni conquistate, il conforto di quel momento. Il suo rito del thè, compiuto ancora dopo tanto tempo con gli stessi gesti di allora, di quando seduta a gambe incrociate sul suo letto si tuffava nel suo calore per ripararsi dagli spifferi della sua stanza in affitto. Doveva essere un thè nero, sicuramente speziato, e il dolce sul piattino forse una crostata o una fetta di torta, ma di sicuro doveva fatta in casa.

Stupidamente si era avvicinato troppo alla vetrata. Lei aprì gli occhi e fu allora che lo vide. Le tremò leggermente la mano qualche goccia calda scivolò giù per la tazza scottandole le dita.





Mi piacerebbe che quando “Cioccolateria Lorenzo” aprirà le sue porte questo racconto possa prendere in qualche modo vita. Che la gente possa sentirsi accolta da noi come nell’intimo della propria casa, che i bambini possano giocare nell’angolo a loro riservato mentre le loro mamma si riposano dalle fatiche sorseggiando una calda tazza di thè, che l’odore dei dolci fatti in casa, l’aroma dolce della vaniglia, quello pungente della cannella, il profumo del cioccolato investano gli avventori non appena entrati. Ci piacerebbe che venire da noi fosse un po’come andare da un amico “andiamo da Lorenzo…”
È già passato un anno da quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto e ormai mancano davvero poche settimane e sarà realtà. Quando ho letto il post della ciliegina, avevo da poco incontrato il rappresentante della Neavita il nostro fornitore per i thè, le tisane e gli infusi. Qualche giorno dopo sono arrivate le scatole, con i pacchi dei prodotti e il corredo per il thè ordinato. Erano lì che sembravano chiedermi di raccontare una storia…
Il thè bevuto da “lei” è un thè degli amanti. Thè nero, cuori di zucchero,fiori di fiordaliso blu,aromi. Thè nero dal dolce aroma che con i suoi colori ispira passione. Il dolce sul piattino, invece, una tortina Madeleines alle mele, cannella e mandorle. Cosa di meglio per tuffarsi nel ricordo di un vecchio amore...





Madeleines alle mele, cannella e mandorle
per circa 16 madeleines

2 mele
1/2 limone non trattato
25 gr di mandorle
1 cucchiaino di cannella in polvere
3 uova
150 gr di burro salato fuso
150 gr di farina
150 di zucchero
1 cucchiaino raso di lievito

Lavate, asciugate e grattate la scorza del limone. Sbucciate e tagliate le mele a dadini. Pelate e tritate non troppo finemente le mandorle.

Passate al setaccio la farina e il livito insieme. Sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Incorporate la farina e il lievito setacciati, i dadini di mela, la cannella, le mandorle, la scorza di limone grattata e il burro.
Mescolate fino ad ootenere un composto liscio ed omogeneo.

Lasciate riposare in frigorifero per almeno un'ora.

Scaldate il forno a 270°. Riempite gli stampini di silicone e infornate le madeleines per 4 minuti. Abbassate la temperatura a 210° e continuate la cottura per 4/6 minuti finché risulteranno dorate.

Sfornate le madeleines, attendete qualche minuto poi sformatele e gustatele a temperatura ambiente.

E con questo post, come detto, partecipo al contest di Tuki, Ciliegina sulla torta, E'sempre l'ora del thè!

6 commenti:

  1. Il tuo racconto si lega benissimo a questa domenica marsigliese, piovosa e fredda, un po' malinconica. Sembra che giugno e la sua luce si siano ritirati un attimo x regalarci ancora una volta il gusto dell'inverno, prima di lasciarci alla torrida estate mediterranea. Il ricordo di vecchi amori, un the caldo e dei dolcetti sono la compagnia perfetta per assaporare la maliconia di un giorno così. Grazie Robina...

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  2. Palermo invece era calda, ma il profumo di quel thè era inebriante...E così ho sudato un po'ma mi sono dolcemente persa anche nella dolcezza della mia domenica appena passata. Un bacio Ste, Robi

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  3. l'ideale?! essere in un bel giardino con le amiche, sentire il tuo racconto e insieme sorseggiare un po' di the e mangiare uno di questi dolcini fantastici!

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  4. @luci...pensa che uno dei miei sogni è scrivere un romanzo...magari un giorno ci riuscirò e forse scoverò qualcuno che lo legge mentre sorseggia un thè nella mia cioccolateria...magari tu e le tue amiche??:))

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  6. Per la prima volta leggo il tuo blog e scorrendo a caso questo post in particolare mi ha colpita. :) Mi è scappato un sorriso quando ho letto "Ci piacerebbe che venire da noi fosse un po’come andare da un amico “andiamo da Lorenzo…”", perchè è proprio così che mi sento quando entro nella vostra Cioccolateria. Non vengo da qualche settimana e mi manca tantissimo, quindi per quanto mi riguarda il tuo sogno si è realizzato! Fate sentire proprio a casa... per i dolci così genuini, profumati, per l'atmosfera, per i tavoli, le sedie, le tazzine, la musica, i sorrisi.
    Presa dalla nostalgia, ho provato la tua ricetta, questa delle Madeleines. Grazie! :)

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