martedì 17 agosto 2010

Dedicato a chi ama gli angoli nascosti


Lo ammetto... Anche io mi sono lasciata prendere dalla pigrizia di agosto, dalla sua lentezza, dal languore dei giorni di scirocco, dalla calma della città svuotata. Pochi esperimenti culinari e tutti rigorosamente freschi e leggeri (niente ganache e glasse, solo tanto yogurt e qualche goccina di cioccolato a cui non ho saputo dir di no!), poca concentrazione e nessuna voglia di mettersi ad elaborare un lungo e astruso business plan... E nonostante tutto c'è stato qualcosa che non ho smesso di fare nonostante il caldo e l'indolenza: smettere di immaginare come potrebbe essere, andare alla ricerca di idee che diano un volto e un'identità a quel locale già splendido e che rimane, finora e credo sempre, l'unico ad incarnare alla perfezione il sogno di un caffè per chi ama gli angoli nascosti come me...

Avete presente quella sensazione di stupore e meraviglia, quel senso di magia che ci prende quando camminando distrattamente o andando in giro di fretta ci s'imbatte in un angolo della città che non ci si aspettava? Fermarsi a guardare come se si fosse forestieri, esploratori. A me capita. Mi capita nelle strade senza traffico, sempre in quel tratta di via Alloro da cui s'intravede il mare, lungo la passeggiata delle Cattive, per quelle vie del centro in cui edifici da poco restaurati si susseguono e si alternano ad altri ancora fatiscenti e diroccati (maledette lastre di lamiere che nascondono i ruderi di Palazzo Bonagia!)

Ed è lì in uno di questi angoli riparati che ho trovato il posto giusto per il mio caffè, la mia cioccolateria. Lontano dalla ressa di wine bar che spuntano come funghi uno dietro l'altro, soffocati dalle macchine posteggiate ovunque, e continuamente in balia degli umori e dei gusti altalenanti dei clienti. Mi piacerebbe che il mio posto fosse per i miei futuri ospiti un rifugio, quasi un prolungamento della propria casa, una stanza in più in cui trovare calore in un pomeriggio d'inverno e riparo dall'afa in una calda giornata d'estate come questa di oggi. Un posto "scovato" un per caso, magari di ritorno da una passeggiata con il proprio bambino che poco prima affondava spaventato i piedini ancora instabili nella soffice erba del vasto prato davanti al mare.

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